La morte
È un evento naturale mentre il vissuto della morte è soggettivo e personale. Il primo mito scritto sulla morte è quello di Gilgamesh che va alla ricerca dell’immortalità. Oggi l’idea e il vissuto della morte tende ad essere allontanato; quanto più questo avviene tanto più l’uomo diventa superficiale. Questo porta al consumismo e il consumo sostituisce il senso della vita. La morte ci dà il senso della vita. Il consumo è un condizionamento che la società pone per allontanare il problema della morte e non vivere l’angoscia. Così quando si pensa che c’è un termine alla vita ci si pone anche la responsabilità di come vivere. È per superare la paura della morte che si sono inventati l’immortalità e l’aldilà. Il meditare sulla morte è una opportunità di riflettere su come vivere: tante paranoie, ipocondrie, e sciocchezze si supererebbero come pura invenzione di ciò che non si capisce e del vero dolore. Si tende sempre più a spostarsi dalla vera sofferenza a una sofferenza fittizia.
Cit. Personale
La razionalizzazione
La razionalizzazione Il tentativo di dare spiegazioni di un comportamento o di un’intenzione, adducendo un motivo diverso da quello effettivo che rimane inconscio. Procedimento attraverso il quale il Soggetto cerca di spiegare e rendere coerente l’emozione o lo stato...